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Carmen

Carmen è un'opera lirica in quattro atti di Georges Bizet, su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy. Tratta dalla novella omonima di Prosper Mérimée (1845), ne apporta delle modifiche salienti tra cui l'introduzione dei personaggi di Escamillo e Micaela e il carattere di Don José, nel romanzo descritto come un bandito rozzo e brutale. Al libretto collaborò lo stesso Bizet di cui scrisse anche le parole della celebre "habanera". Atto I [modifica] In piazza di Siviglia, Morales e un gruppo di dragoni osservano incuriositi Micaela. Ella sta cercando don Josè, e chiede a Morales dove si trova. Morales la invita a rimanere ad aspettarlo, ma lei, intimidita, corre via. Entra Don José, e viene informato da Morales di Micaela. Subito dopo risuona la campana della fabbrica di sigari lì vicino escono le sigaraie, per la pausa. Tra esse c'è Carmen, la più nota e famosa. I giovanotti le chiedono chi è il suo amore, e Carmen risponde con la famosa Habanera L'amour est un oiseau rebelle. Prende un fiore e per scherzo lo lancia a Don Josè. Irato, subito dopo che Carmen è andata via, incontra Micaela, e con essa parla della madre, povera e sola, che aspetta il ritorno del figlio. Dopo che Micaela se ne è andata, escono le sigaraie litigando: Carmen ha aggredito con un coltello una sua collega. La sigaraia viene fatta arrestare da Zuniga, che la lascia in custodia a Don Josè, il quale, purtroppo, si lascia sedurre dalla zingara, e la fa fuggire.  

Atto II [modifica]

Siamo nell'osteria di Lillas Pastia. Lì Carmen danza e canta con le amiche Mercedes e Frasquita (Les tringles des sistres tintaient). Entra Zuniga che cerca di sedurre Carmen, ma viene interrotto dall'arrivo del torero Escamillo (Votre toast, je peux vous le rendre). Anche il torero si fa sedurre da Carmen, che però respinge. Confidandosi con le amiche, il Dancairo e il Remendado, Carmen confessa di essersi innamorata di don Josè, che arriva subito dopo, scarcerato. Lì Josè le confessa il suo amore (Le fleur que tu m'avais jetée), ma vengono interrotti da Zuniga, che esorta il giovane a tornare in esercito. Al suo rifiuto, Zuniga lo aggredisce, ma Carmen chiama in aiuto gli zingari, che immobilizzano il comandante. Capendo che non può fare altro che scappare, José si unisce a Carmen e agli zingari, fuggendo dall'osteria.  

Atto III [modifica]

L'atto terzo si apre nelle montagne ove c'è il covo dei contrabbandieri. Carmen e José litigano frequentemente, ormai, e la loro relazione è agli sgoccioli. Carmen interroga le carte, ma il suo destino è funesto: la morte! Subito dopo entra Micaela, alla ricerca di don Josè, ma scappa quando entrano Escamillo e Josè. Geloso del rivale, Josè sfida a duello il torero, ma viene bloccato dagli zingari, che trovano Micaela nascosta tra le rocce. Ella dice che la madre di Josè è in punto di morte: egli non può fare altro che seguirla, ma giura vendetta a Carmen.  

Atto IV [modifica]

È il giorno della corrida. La folla attende Escamillo, che entra trionfante nell'arena. Mercedes e Frasquita avvertono Carmen: Josè è nei paraggi. Ignorando i consigli delle amiche, Carmen lo incontra, e Josè supplica Carmen di tornare con lei. Agli sprezzanti rifiuti di lei, Josè s'infervora, e, quando scopre che l'amante di Carmen è Escamillo, s'arrabbia sempre di più. Minaccia continuamente Carmen, ma lei gli getta addosso l'anello che gli aveva donato mesi prima. Accecato dall'ira la uccide. Quando esce la folla dal circo rivela davanti a tutti il suo delitto.
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