L'autunno, almeno inteso nella sua forma più scenografica, quella delle foglie colorate che rendono magica l'atmosfera di VERONA, sta volgendo al termine.
Gli alberi si stanno completamente spogliando dei loro stupendi abiti autunnali e i rami nudi e neri sono il prologo dell'inverno.
Il dibattito in merito ai mesi invernali in questi giorni è quanto mai acceso:
settimane bianche sì/settimane bianche no;
sciare in Italia no/sciare in Austria sì;
Natale in famiglia ma solo coi parenti più stretti, Natale al ristorante.
Come di consueto da quando è iniziata questa situazione è difficile fare previsioni su cosa ci riserveranno i prossimi mesi, tuttavia anche noi di HOTELSVERONA vorremo esprimere il nostro punto di vista in merito. Purtroppo gli operatori turistici non hanno voce in capitolo quando si tratta di prendere decisioni che riguardano la loro materia di competenza, però non si sa mai: magari qualcuno di importante ci leggerà e troverà interessanti e condivisibili le nostre considerazioni.
Da sciatori appassionati, onestamente, non riteniamo possibile che quest'anno la stagione sciistica si potrà svolgere: lo sci nella sua forma "concettuale" è uno sport individuale che si pratica all'aperto, ma nella sua realizzazione pratica è uno sport di gruppo che necessita di infrastrutture importanti dove migliaia di persone si accalcano in spazi limitati e in cui è impossibile pensare di mantenere le distanze. Anche se sono state predisposte delle linee guida, è impensabile che sia possibile attuarle soprattutto se dobbiamo pensare a farlo in modo economicamente sostenibile. Naturalmente siamo vicini ai nostri colleghi delle destinazioni montane e ai gestori degli impianti e ci auguriamo che ricevano i giusti risarcimenti per i mancati introiti. Lo stesso discorso vale, purtroppo, per le destinazioni termali o per i Parchi tematici.
In una situazione di contagi sotto controllo (come quella verso la quale ci stiamo avviando grazie a questo mese di restrizioni), invece, riteniamo che lasciare le persone libere di spostarsi fra le Regioni non costituisca un pericolo. In questi mesi abbiamo accolto nei nostri HOTELS numerosi viaggiatori e nessuno di essi ha manifestato sintomi di malessere. Tutti quanti, d'altro canto, hanno dimostrato grande scrupolo e si sono attenuti rispettosamente alle norme di comportamento previste all'interno degli esercizi commerciali: mai in tutti questi mesi abbiamo dovuto richiamare ospiti senza mascherina o far notare che non veniva rispettato il distanziamento. I viaggiatori sono attenti e consapevoli: non viaggiano se sono malati, se pensano di essere venuti a contatto con il virus disdicono (gratuitamente) la loro prenotazione e, soprattutto, hanno appreso le metodologie corrette di comportamento.
Dal nostro punto di vista, quindi, i normali flussi turistici diretti verso le città d'arte (ma anche verso le aree rurali o i piccoli borghi) sono assolutamente gestibili. Non tutti gli italiani si sposteranno per turismo in questa situzione difficile, ma chi si sente sicuro e ha voglia di un break deve essere libero di poterlo fare. Naturalmente sul territorio dovrà trovare delle amministrazioni ben organizzate, pronte a dispiegare anche durante le festività le risorse necessarie a garantire flussi corretti nei centri storici e accessi sicuri nei locali pubblici, nei Musei e sui mezzi di trasporto.
Insomma, dal nostro punto di vista non è il turismo in sè a costituire un pericolo. Il turismo può essere goduto in forma sicura.
Lo sforzo dei nostri amministratori non deve essere indirizzato ad impedire, bensì a regolamentare e a garantire sicurezza con il rispetto delle norme che sono già state predisposte.
Rimaniamo in attesa di sviluppi e ci aggiorniamo!
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